Shunt porto sistemico nel cane: chiariamo i vostri dubbi

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Lo shunt porto sistemico nel cane è una patologia molto grave che può colpire qualsiasi razza, anche se sembra essere maggiormente frequente nelle razze di taglia piccola. Per shunt porto sistemico si intende la formazione di un vaso anomalo che unisce il sistema portale con quello venoso, bypassando il passaggio del sangue attraverso il fegato e non permettendo cosi a quest’ultimo di depurare il sangue dalle scorie che circolano al suo interno.

Esistono diversi tipi di shunt, si parla di quelli congeniti o acquisiti e di quelli extra-epatici o intraepatici. Andiamo a vedere insieme la differenza…

  • Shunt congenito: presente fin dalla nascita ed è causato da un alterazione di formazione durante lo sviluppo fetale dell’animale
  • Shunt acquisito: sono il risultato di un aumento della pressione all’interno dei vasi del fegato spesso secondari ad una patologie epatica primaria

Lo shunt porto sistemico nel cane può essere a sua volta diviso in:

  • Shunt intraepatico: l’anomalia vascolare si rileva all’interno del fegato, è purtroppo la situazione più difficile da affrontare e colpisce solitamente animali di taglia medio/grande. In questo caso le possibilità di intervento sono più scarse.
  • Shunt extraepatico: l’anomalia vascolare si rileva all’esterno del fegato, è la condizione migliore da affrontare dal punto di vista chirurgico e quella che ci permette di avere maggiori probabilità di successo.

Shunt nel cane: quali sono i sintomi che mi devono far preoccupare?

I sintomi clinici dello shunt porto sistemico solitamente si manifestano in età piuttosto precoce, tra i 4 e gli 8 mesi di vita. I sintomi visibili sono prettamente di tipo neurologico legati al fatto che il fegato non riesce a depurare le tossine nel sangue che si accumulano nell’organismo.

Vediamo quali possono essere i sintomi che in un animale molto giovane dovrebbero farci preoccupare:

  • Letargia (l’animale tende a dormire molto);
  • Crescita ridotta;
  • Disorientamento;
  • Cecità;
  • Problemi gastroenterici (vomito, diarrea);
  • Poliuria e polidipsia (animale beve ed urina molto);
  • Incoordinazione;
  • Crisi convulsive.

Ora che abbiamo visto quali sono i sintomi clinici dello shunt porto sistemico nel cane come possiamo confermare o escludere il nostro sospetto diagnostico?

La prima cosa da fare è un esame completo del sangue, delle urine e valutazione degli acidi biliari sia pre che post prandiali. Quest’ultimi, durante uno shunt, sono notevolmente aumentati subito dopo il pasto, momento in cui i sintomi tendono ad essere peggiori.

A questo punto si procede con un ecografia per cercare di trovare il vaso anomalo, capire da che punto origina e dove finisce. Non sempre però è possibile fare diagnosi soltanto con l’ecografia, ed è in questo momento che interviene una diagnostica di secondo livello come la TAC che ci consente di avere una diagnosi certa e programmare cosi l’eventuale intervento se possibile.

Il tuo veterinario ha fatto diagnosi di shunt porto sistemico ora cosa devi fare?

shunt porto sistemico

Shunt porto sistemico: trattamento medico vs chirurgico

Ci sono due possibili strade da intraprendere, ma l’unica davvero consigliata è il trattamento chirurgico. Infatti una volta chiuso il vaso anomalo, permetteremo al cane di vivere una vita sana e normale. Naturalmente anche se questo è la soluzione migliore non è certa scevra da rischi.

  • Trattamento chirurgico: e’ un intervento che va eseguito molto velocemente e quindi avere un chirurgo esperto che esegue tale chirurgia è davvero fondamentale, motivo per cui noi di Jesivet ci affidiamo al Dott. Stefano Nicoli. La chirurgia consiste nella chiusura del vaso anomalo tramite cellophan o anello ameroide e deve avvenire lentamente, in questo modo permettiamo ai vasi epatici di adattarsi al cambio di pressione. Una chiusura immediata del vaso comporterebbe un violento aumento della pressione con conseguenze importanti per l’animale. Una volta concluso l’intervento l’animale non è ancora fuori pericolo, infatti una percentuale di casi può sviluppare crisi epilettiche gravi nelle successive 24-48 ore. Se l’intervento si conclude con successo avremo bisogno di 3-6 mesi per avere la completa chiusura del vaso.
  • Trattamento medico: è semplicemente un protocollo palliativo che ci consente di arrivare al trattamento chirurgico nelle migliori condizioni possibili. La terapia viene eseguita con la somministrazione di lattulosio per ridurre l’assorbimento delle sostanze tossiche e variazione della dieta dell’animale che deve essere povera di proteine.

Purtroppo avrete capito che ci troviamo di fronte ad una patologia molto subdola e difficile da trattare ma che se viene presa in tempo è possibile risolvere completamente al 100%.

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